Aurora
Gelateria Pistacchiodo di Casatenovo, una mattina qualsiasi.
Dietro al bancone c’è Aurora. Vent’anni, metà italiana, metà norvegese, 100% di un’intelligenza vivace, curiosa. Oggi tocca a lei raccontarci cosa succede a Pistacchiodo.
- Ciao Aurora, cosa ci fai a lavorare in gelateria? Non dirmi che è sempre stato il tuo sogno…
(Ride) Sono arrivata per un lavoro stagionale, come tante ragazze, per racimolare qualche soldo e continuare a studiare la mia passione, che è il canto. Dopo il liceo mi sono presa un anno, chiamiamolo sabbatico, per decidere cosa fare da grande, e ho portato il curriculum.
- Quindi un lavoretto “mordi-e-fuggi”, senza impegno?
Poteva essere così, in effetti...cercavo un’occupazione per qualche mese, meglio se a contatto con la gente perché a me il rapporto umano piace tantissimo...ma poi sono rimasta – non voglio esagerare – sconvolta dall’ambiente di Pistacchiodo, e ne sono felicissima.
- Spiegati meglio…
Lavorando in gelateria capita di chiudere il turno a tarda sera. Qualche volta mi raggiungono le amiche e gli amici per stare un po insieme dopo il lavoro e prendono un gelato, vedono il locale, le colleghe, insomma l’ambiente. Qualcuna di loro fa la cameriera o altri lavoretti simili. E mi dicono: “Che bello qui, ma capitano proprio tutte a te queste fortune?!?”
- Perché, cosa c’è di così bello nel lavorare a Pistacchiodo?
Pistacchiodo è un posto di lavoro eticamente fantastico. Mi sento valorizzata come persona, indipendentemente dal mio ruolo, dalla mia mansione. Sono trattata bene, in un ambiente pulito e giovane, sono retribuita bene, insomma qui mi sento bene.
Alcune amiche mi dicono che in pizzerie o ristoranti c’è tanto stress, concorrenza tra ragazze, una struttura gerarchica paurosa, dove si parla con il capo solo se ci sono problemi; se poi sei una ragazza che serve ai tavoli devi avere a che fare anche con le battutine, gli apprezzamenti, per usare un eufemismo. E la cosa più brutta è che per molti tutto ciò è normale…Da Pistacchiodo nulla di tutto questo. C’è un rapporto diretto, sincero, con le colleghe e con chi ha più responsabilità, i cosiddetti “capi”, che non fanno mai pesare la propria posizione, e che se danno consigli lo fanno per esperienza, per migliorarti.
- C’è un episodio particolare che ti ha colpito?
Sì, io e altre ragazze eravamo in sede per partecipare al corso di HCCP. Durante una pausa sono arrivate sul tavolo focacce e pizzette. Per noi. Un gesto del genere, fatto in modo naturale, non eclatante, significa tante cose, ma soprattutto ti fa sentire rispettata...mi fa sentire una persona e non un semplice lavoratore!
- Veniamo al gelato. Qual è il tuo gusto preferito?
Il gelato di Pistacchiodo è davvero buono, buonissimo. Da quando ci lavoro ho la fortuna di avere l’imbarazzo della scelta. Prima mi piacevano meno gusti, e andavo matta per la cannella. Oggi se devo dirne uno, dico il biscotto, fa-vo-lo-so.
- Mi sai dire cosa c’è nel gelato al biscotto?
Eeeh, dunque, crema, biscotti al cacao, e poi c’è una crema di fondente e...e poi devi provarlo, è inutile che te lo descriva!
- Aurora, tua mamma è norvegese. Come sono le gelaterie a Oslo?
La situazione non è entusiasmante. Non dico che sono messe come le pizzerie, dove paghi fino a 50 euro per una vera schifezza, ma in generale – mi spiace dirlo – sono più forma, design che sostanza. Tutte perfettine, ma poi non sai se ciò che mangi è buono. La qualità italiana è tutta un’altra cosa!
- Quindi?
Quindi apriamo una gelateria Pistacchiodo in Norvegia!!!